Ricerca di senso 2010-2

Archivio

Editoriale
Nel corso di un’intervista rilasciata a Roma nel 1992 Viktor E. Frankl affermò che «degli oltre 100 libri che sono stati scritti sulla logoterapia e delle 130 dissertazioni che in innumerevoli Università, in varie parti del mondo, sono state compilate, circa il 25% affronta problemi di natura pedagogica». Da allora sono aumentati gli scritti che, rivolgendo uno sguardo intelligente all’opera di Frankl, ne hanno messo a fuoco le idee più significative in merito all’educazione, intesa nel suo intento preventivo e promozionale come antidoto al «vuoto esistenziale».
La sua «psicologia dell’altezza» offre, infatti, numerosi elementi con i quali superare le aporie e i riduzionismi propri della «psicologia del profondo» di Sigmund Freud, facendo leva sul principio motivazionale dell’autotrascendenza che, sostenendo la progettualità esistenziale anche nelle «situazioni-limite» della vita, sottolinea più l’affinamento della coscienza che la trasmissione delle conoscenze e assume come fine specifico lo sviluppo della responsabilità e della capacità di decidere, favorendo così un amore educativo che fa accettare l’altro per quello che è e ne schiude al contempo le possibilità latenti di crescita e di cambiamento.
Sappiamo bene che la logoterapia storicamente nasce come tentativo di risposta alle inquietudini tipiche e alle esigenze più profonde dell’uomo, in un’epoca segnata da incertezze e turbamenti, dal declino della sicurezza e dalla sintomatologia incipiente del vuoto esistenziale. Aveva, infatti, appena 22 anni Viktor E. Frankl, del quale il 26 marzo è ricorso il 105° anniversario della nascita, quando nel 1927 fondò a Vienna e in altre città vicine i Centri di consulenza gratuita per la gioventù in difficoltà e incominciò a sperimentare una metodologia di intervento che mostrò immediatamente una peculiare vocazione preventiva e promozionale, quindi in senso lato educativa, al punto che, più tardi, egli stesso definì preferibilmente la sua logoterapia come una forma di «educazione alla responsabilità».
Partendo dall’amara constatazione che «come un tempo è esistita una psicologia senz’anima, così continua a esistere una psicologia senza spirito», Frankl vede alla base di un coerente e articolato processo educativo la spiritualità, la libertà e la responsabilità, al punto da affermare che non avrebbe senso essere psichiatra se dietro l’organismo psicofisico, in qualunque situazione patologica, non sussistesse la persona spirituale che, sia pure nascosta e ostacolata e impedita a esprimersi dalla patologia psicofisica, in quanto tale non può ammalarsi. Analogamente si può sostenere che non avrebbe senso essere educatori, e in certe situazioni non sarebbe affatto possibile, se mancasse la possibilità di appellarsi a una dimensione spirituale che continua a sussistere in ogni circostanza, al di là di qualunque condizionamento, e perfino nelle situazioni limite della condizione umana.
In tale prospettiva tre sembrano essere gli orientamenti da seguire per un vero e responsabile cammino di educazione al senso della vita.
• Educare allo spirito critico attraverso una ridefinizione delle regole della convivenza civile e una coraggiosa presa di posizione nei confronti di situazioni particolarmente pressanti. Il conformismo, ad esempio, è favorito oggi da un senso di provvisorietà e da un crescente fatalismo che impedisce di prendere in mano il proprio destino. Ugualmente, si sta verificando un’adesione sempre più massiccia a sistemi di pensiero totalitario che bandiscono la tolleranza e la responsabilità individuale, favorendo un atteggiamento di dogmatismo, di insofferenza alla diversità e di collettivismo spersonalizzante. Così come risulta preoccupante e deleterio quel fanatismo con il quale si idolatrano personaggi dello spettacolo, dello sport, dell’arte e ci si appropria del loro stile di vita, delle abitudini alimentari, delle forme di vestire e di muoversi.
• L’uomo, più che essere libero dalle tentazioni del conformismo, del totalitarismo e del fanatismo, è capace di libertà e diventa libero a mano a mano che accetta di intraprendere e di perseguire un cammino nel quale sono centrali la responsabilità e la scoperta dei valori. Purtroppo, prevale la tendenza a considerarlo come il semplice risultato di processi di condizionamento di vario tipo — struttura organica, ambiente socioculturale, educazione, scolarizzazione, ecc. —, con la conseguenza di confinare le dinamiche a livello di spontaneismo, di capriccio o di puro arbitrio, e di provocare la sopraffazione del forte sul debole e la distruzione dell’uomo stesso, oltre che della società.
• Educare al senso della vita vuol dire, fondamentalmente, riconoscere la libertà non nel «fare ciò che si vuole», ma nel «volere ciò che si deve fare», intendendo il «ciò che si deve fare» come un insieme di impegni e di compiti che la persona percepisce attraverso l’ascolto sistematico della sua coscienza, attraverso una lettura attenta della situazione in cui vive, attraverso un confronto coraggioso con gli altri. Giustamente, allora, a quello della libertà va collegato il concetto di responsabilità. Ecco perché, con un pizzico di umorismo, Frankl ha sempre consigliato ai suoi ascoltatori americani che «dopo aver costruito la statua della libertà sulla costa orientale degli Stati Uniti sarebbe ora di costruire una statua della responsabilità sulla costa orientale».
Come un boomerang lanciato in alto verso una preda torna indietro verso il cacciatore quando ha fallito il bersaglio, ugualmente si può dire che l’uomo che si ripiega su se stesso e trascorre le sue giornate nel leccarsi le ferite delle cadute quotidiane ha fallito in pieno la sua ricerca di senso. Chi invece, nonostante i fallimenti e gli insuccessi, continua a guardare avanti a fronte alta ha lanciato nelle grandi orbite dell’universo la sua esistenza ed è in grado di individuare nuove e affascinanti modalità per il raggiungimento di quel senso che non gli verrà mai meno.
Eugenio Fizzotti

Approfondimenti

Domenico Bellantoni
Non sai ridere? Ma allora sei proprio un animale! L’umorismo come risorsa per il benessere esistenziale
Inserito nell’ambito delle abilità umane, l’umorismo favorisce sia la promozione del benessere e la prevenzione del disagio, che una maggiore soddisfazione e crescita delle relazioni interpersonali. Inoltre consente di superare pregiudizi circa valutazioni di infantilismo e di superficialità. Il contributo propone la rielaborazione di un intervento tenuto al Seminario «Umorismo. Una risorsa per il benessere esistenziale», svoltosi a Pozzuoli il 13 febbraio 2010, presso il Centro per la Vita «Rossotto» e promosso dall’Associazione di Logoterapia e Analisi Esistenziale Frankliana.

Domenico Simeone
Dare senso alla sofferenza per liberare la speranza. Prospettive educative della logoterapia di Viktor E. Frankl
La sofferenza può diventare un’opportunità per un cammino interiore che favorisca la maturazione della persona e la induca a una ridefinizione del proprio progetto esistenziale. Perché questa «metamorfosi» possa essere portata a compimento è necessario che la persona trovi intorno a sé un contesto relazionale fecondo in cui coloro che hanno responsabilità educative non disertino la relazione e accettino di accompagnarla nel cammino alla ricerca di una risposta alla domanda sul senso della sofferenza che è anche una domanda sul senso della vita.

Giombattista Amenta
La complessità del comportamento aggressivo. Ipotesi interpretative e criteri di valutazione
Stabilire se un comportamento aggressivo sia legittimo oppure sia da ritenere abnorme, distruttivo o patologico, non risulta per nulla semplice per più di una ragione. I criteri di congruenza rispetto al contesto e di cambiamento di direzione, infatti, alla stessa stregua dei criteri di legittimità, patologia e malvagità, sono pur sempre riferimenti utili in pratica ma lontani dal poter essere considerati universali o definitivi. Inoltre, non va dimenticato che nel giudicare il livello di un comportamento occorre esplicitare se ci si riferisce al suo grado di intensità, di durata o di frequenza.

Angela Pappalardo
La logoterapia nella relazione d’aiuto. Fondamenti e metodologia
Compito specifico del counselor, che può ricevere un sostegno prezioso nella sua formazione dall’indirizzo logoterapeutico, è quello di aiutare la persona in difficoltà ad approdare da sé alle scelte più rispondenti alla propria persona e alla propria ricerca di significato. Di conseguenza un avvenimento della vita che si presenta con risvolti negativi può diventare occasione di crescita e di «ristrutturazione» dell’esistenza, con l’individuazione di nuovi significati più pieni e maggiormente corrispondenti al proprio essere e a obiettivi sentiti veramente propri.

Esperienze

David Guttmann
Efficacia delle storie orientali nel lavoro clinico. Verso una logoterapia narrativa
Le storie sono strumenti per eccellenza nella logoterapia, specialmente nei paesi in cui ci sono molti gruppi etnici, ognuno con la propria cultura, le proprie tradizioni e i propri valori. Esse riguardano problemi matrimoniali e relazioni familiari, questioni di lavoro, di gioventù e di vecchiaia, di giustizia e di etica. La loro caratteristica più importante è la capacità di aiutare la singola persona a intraprendere il cammino verso l’auto-aiuto.

Enrico Girmenia
Narcisismo e modernità. Perché i disturbi di personalità e le nevrosi sono così diffusi al giorno d’oggi
Sempre più nettamente si vanno delineando i contorni di quella alienazione che colpisce tante persone apparentemente sane e ben nutrite. L’allontanamento dalla natura, la vita sempre uguale e i processi di globalizzazione e di omologazione delle culture concorrono a determinare una condizione di indubbio disagio esistenziale. Possibili risposte patologiche a questa condizione di difficoltà che l’uomo delle moderne società di massa si trova a dover affrontare sono le nevrosi e il narcisismo.

Ermanno Pavesi
Rudolf Allers, psicologo, filosofo e teologo. L’impegno anti-riduzionista di uno dei primi maestri di Viktor E. Frankl
Rudolf Allers (1883-1963), maestro di Viktor E. Frankl, è uno degli psichiatri e psicoterapeuti più acuti del XX secolo: ha inquadrato in modo corretto i problemi della psicologia e della psicoterapia e ha lavorato al loro superamento. La presentazione di Ermanno Pavesi al suo volume Le nuove psicologie, pubblicato in traduzione italiana con il titolo Psicologia e cattolicesimo (Crotone, D’Ettoris Editori, 2009), a cura di R. Marchesini, viene qui riprodotta con l’autorizzazione dell’autore e dell’editore.

Magda Maddalena Marconi
Il messaggio dei sogni. Dalla visione simbolico-psicodinamica a un approccio fenomenologico-esistenziale
L’adesione piena ai principi della visione frankliana, che rispetta la tridimensionalità dell’essere umano in ogni aspetto della sua esistenza, non esclude una lettura originale ed esistenziale del mondo onirico. In assenza di una specifica letteratura in merito, viene offerto un preludio a uno studio più approfondito, che permetta di avviare un discorso metodologico di intervento e di analisi del sogno in chiave logoterapeutica.

Andrea Scartabellati
Lettere di un sopravvissuto. Ciò che mi ha salvato dal Lager. Commento a un recente volume di Viktor E. Frankl
Un’attenta e appassionata lettura delle lettere scritte da Frankl dal 1945 al 1949, recentemente tradotte e pubblicate in italiano per i tipi dell’editore Rubbettino,1 permette di comprendere come, nonostante la tragedia da cui fu colpito assieme alla sua famiglia, il rimpianto del passato e la luttuosa solitudine del presente non lo privarono del desiderio di costruirsi una nuova vita e di inseguire un rinnovato futuro.