Editoriale
È stato per me un grande onore accettare la richiesta di inviare un messaggio per rendere onore a Leticia Ascencio de García, presidente della Sociedad Mexicana de Análisis Existencial y Logoterapia che, fin da quando l’ha fondata nel 1988, costituisce una palestra eccezionale che, sia nei congressi internazionali che organizza annualmente e sia nella rivista scientifica che dirige, vede sempre avvicendarsi autori e relatori di notevole levatura nel campo del nostro comune e straordinario maestro Viktor E. Frankl e offre continuamente occasioni straordinarie di formazione a quanti sono desiderosi di verificare le proprie personali conoscenze e di migliorare le proprie specifiche competenze professionali. In occasione dei vari congressi internazionali organizzati a Città del Messico da Leticia Ascencio de García, e ai quali ho avuto la gioia di intervenire ogni volta con più relazioni, ho sempre potuto riconoscere che la Sociedad Mexicana de Análisis Existencial y Logoterapia costituisce nel contesto culturale contemporaneo un autentico spazio di libertà, di ricerca e di terapia che consente a tutti coloro che vi intervengono di collaborare alla realizzazione di prodotti culturali di altissima qualità, proprio perché creata dalla mente vulcanica e lungimirante di un donna che ha fatto della cultura il suo pane quotidiano. Infatti, come scrive Mario Montani nella voce Cultura del Dizionario di scienze dell’educazione (a cura di J.M. Prellezo, C. Nanni e G. Malizia, Roma, Las, 2008, p. 285), «attualmente il termine cultura, pur proponendosi in ogni sua accezione di specificare il regno delle attività umane differenziato e rapportato (talvolta contrapposto) al regno della natura, viene adoperato per indicare fondamentalmente due realtà distinte, di cui però la prima è inclusa nella seconda: a) il processo di educazione o formazione della persona umana: è il senso tradizionale, classico-umanistico; b) “quel complesso insieme [complex whole], quella totalità che comprende la conoscenza, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro di una società”: è il senso moderno, sociologico-antropologico, nella prima celebre definizione lanciata nel 1871 da C.B. Tylor, punto di riferimento per tutte le successive elaborazioni». Ciò vuol dire, pur senza entrare nell’esame dei particolari di tale descrizione, che il concetto di cultura costituisce il punto di convergenza dinamica di «modi di vita, inscindibilmente espressi sia negli orientamenti speculativi (letteratura, filosofia, arte, religione, musica, ecc.) sia nei comportamenti pratici (tecnica, economia, norme sociali, ecc.), che sono creati, appresi e trasmessi da una generazione all’altra fra i membri di una particolare società; modi di vita che sono indispensabili ai singoli e alla comunità, in un ineluttabile reciproco condizionamento, e che, per la loro finalità ai valori universali di perfezionamento della persona umana, esigono di aprirsi ad un arricchente confronto con le altre culture» (ibidem). Leticia Ascencio de García, nel corso della sua laboriosissima e apprezzatissima esistenza, sa fondere in sintesi armonica e dinamica gli orientamenti speculativi della logoterapia e analisi esistenziale, che sono necessari per l’elaborazione di una visione della persona e della realtà con al centro un quadro di valori ben chiari e di ampio respiro, e i comportamenti pratici dal punto di vista terapeutico ed educativo che consentono di rendere operative le scelte di fondo e di verificare la loro corrispondenza ai principi teorici. E ciò facendo è riuscita a collegare l’impianto teorico-pratico di Viktor E. Frankl al pensiero dell’Unesco che, in occasione della Conferenza mondiale sulle politiche culturali, attuata in Messico nel 1982, evidenziò che la cultura «fa di noi degli esseri specificamente umani, razionali e critici ed eticamente impegnati. Grazie alla cultura discerniamo i valori ed effettuiamo delle scelte. L’uomo si esprime per mezzo della cultura, prende consapevolezza di se stesso, si riconosce come un progetto incompiuto, rimette in questione le sue realizzazioni, ricerca instancabilmente nuovi significati e crea opere che lo trascendono». Ecco perché nel 2002 la Fondazione Viktor Frankl della città di Vienna decise di assegnare a Leticia Ascencio de García e alla Sociedad Mexicana de Análisis Existencial y Logoterapia il premio riservato ogni anno a un’istituzione di ricerca riconosciuta a livello internazionale per il valore straordinario delle iniziative portate avanti. Ed è interessante la coincidenza che si è verificata in quanto nel medesimo anno la Fondazione Viktor Frankl della città di Vienna assegnò a me il «Grande Premio» riservato a una personalità riconosciuta a livello internazionale come promotrice, attraverso pubblicazioni, conferenze e corsi di formazione, di una psicoterapia umanistica orientata al senso. Alla luce di tutto questo mi sembra quanto mai opportuno, oltre che possibile, rilevare alcuni elementi fondamentali che, fortemente relazionati tra loro, tratteggiano il profilo culturale e scientifico di Leticia Ascencio de García e il contributo che sa offrire attraverso la Sociedad Mexicana de Análisis Existencial y Logoterapia. La lingua, come sappiamo, prima ancora di essere uno strumento indispensabile del parlare, costituisce la legge fondamentale del pensare. Di conseguenza, la mancata padronanza di una lingua non solo rende difficoltosa, se non proprio impossibile, la comunicazione tra le persone, tra i popoli e tra le culture, ma addirittura impedisce l’attivazione di qualsiasi processo che abbia come obiettivo la promozione e la scoperta della verità, intesa non tanto come un insieme di formulazioni astratte, ma come il cuore di una ricerca esistenziale del senso della propria esistenza. Ecco perché Leticia Ascencio de García, e lo ha certamente appreso con intensa condivisione da Viktor E. Frankl, utilizza sempre, e insegna a utilizzare sempre, un linguaggio semplice, corretto, accessibile a ogni tipo di lettore, fortemente aderente al quotidiano, capace di attivare un interiore processo di riflessione e di maturazione in vista di una personale presa di posizione dinanzi alle sfide della vita. A questo mi permetto di aggiungere che la tecnica, intesa come possibilità concreta di produrre, dominare e organizzare l’energia e la materia, e anche di manipolare processi fisici e sociali perché rispondano sempre meglio alle esigenze della persona, può facilmente diventare uno strumento dispotico, che schiavizza la propria originalità e la propria creatività nella logica della sopraffazione e della lotta al «si salvi chi può». Leticia Ascencio de García, invece, riconoscendo e valorizzando il potenziale rivoluzionario della logoterapia e analisi esistenziale dal punto di vista clinico ed educativo, è sempre attenta a porla al servizio della persona e delle sue legittime attese, evitando così di scivolare nel facile pericolo del perfezionismo impersonale e spersonalizzante. Testimonianza altamente qualificata di tale atteggiamento scientifico sono sia l’accuratezza formale dei suoi scritti e di quelli dei suoi collaboratori, tra i quali mi onoro di far parte, e sia la valorizzazione delle strutture tipografiche locali, che manifestano un’apprezzata qualità professionale e indicano da un lato un chiaro e specifico riconoscimento delle competenze professionali e dall’altro un rispetto sconfinato per le forze locali.
Eugenio Fizzotti
Approfondimenti
Eugenio Fizzotti
Credere nel destino per sfuggire alle proprie responsabilità L’anti-fatalismo come nucleo centrale dell’analisi esistenziale di Viktor E. Frankl
Una prospettiva riduzionista, che Frankl contesta in forma decisa e ben documentata, vede la persona determinata in certo qual modo dal destino, oltre che dal gruppo sociale, con la conseguenza che viene attribuito un ruolo fondamentale a una forma di causalità sociale, per quanto riguarda l’autorità e la pressione del gruppo sul singolo, e a una forma di finalità, espressa nella volontà individuale di inserire la propria attività nell’orizzonte istintivo oltre che nel fatalismo biologico, psicologico e sociologico.
Milan Fula
Educazione e maturazione sessuale in contesto relazionale. Intuizioni originali dell’analisi esistenziale di Viktor E. Frankl
Nella continua e vivace discussione sull’educazione sessuale sono molto interessanti e illuminanti le riflessioni della logoterapia e analisi esistenziale di Viktor E. Frankl e le intuizioni derivate dalla sua esperienza clinica. Ne scaturisce la conferma che l’amore è fondato sul desiderio del bene dell’altro e su un comportamento orientato al bene reciproco, nel rispetto dell’altrui libertà.
Antonella Arioli
Formazione dell’identità e maturità spirituale in adolescenza. Orizzonti educativi dell’analisi esistenziale di Viktor E. Frankl
Avvertire l’esigenza di dare un senso all’esistenza costituisce, come chiarisce frequentemente Viktor E. Frankl, un tratto caratteristico del periodo adolescenziale. A questo proposito vari studi evidenziano come il processo della ricerca di un senso nell’esistenza sia fortemente connesso a quello, altrettanto cruciale, della maturazione dell’identità. Di particolare interesse è comprendere qual è la natura di questo intreccio e come si snoda lo sviluppo di tali dinamismi evolutivi.
Zbigniew Formella e Sara Pèllon
Educare attraverso la sofferenza e il dialogo. Crescita e benessere integrale alla luce della logoterapia di V.E. Frankl
Di grande attualità risulta l’individuazione dei percorsi che possano aiutare ad affrontare la sofferenza che, se da un punto di vista fisico può essere abbattuta con farmaci o con trattamenti adeguati, dal punto di vista esistenziale si presenta come un arduo compito che necessita di adeguati percorsi di ricerca e di attribuzione di senso, oltre che di progetti prospettici che includano spazi e tempi di condivisione e relazione con persone significative. In tale prospettiva l’esperienza della sofferenza costituisce anche una «domanda educativa» che sfida e interpella tutti e chiede che vadano prese in considerazione le variabili spirituali, come evidenziato da Frankl, per favorire la crescita umana integrale e facilitare le libere e responsabili risposte dell’individuo.
Angelo Gismondi
Lo stress come causa potenziale di patologie. Il lavoro come opportunità di realizzare il senso della vita nella prospettiva di Viktor E. Frankl
Secondo la lezione frankliana, ogni attività lavorativa, anche in presenza di condizioni a rischio che possono, statisticamente parlando, comportare effetti nocivi sulla persona, racchiude in sé un potenziale di stress positivo, salutogenico, cui il lavoratore può sempre attingere, a patto che abbia assunto un atteggiamento autotrascendente. Ed è in questo senso che il tema dello stress lavorativo, anche per i possibili e auspicabili futuri sviluppi della medicina e della psicologia del lavoro, si rivela essere una questione eminentemente logoterapeutica.
Luca Nave
“Perchè proprio a me?” Valenza pratica, curativa e terapeutica della condizione umana attraverso il counseling filosofico
Il counseling filosofico non consiste nell’indagare la storia biografica e relazionale del paziente a partire dalla sua infanzia alla ricerca di schemi emotivo-comportamentali disfunzionali, né propone diagnosi — e conseguenti terapie — circa le cause e motivazioni che stanno alla base del malessere sintomatico manifestato dal paziente. Il suo compito consiste piuttosto nell’assistere il consultante nella ricerca schiettamente filosofica all’interno della propria visione del mondo e indaga criticamente ed empaticamente idee, concetti, pregiudizi, valori morali e atteggiamenti esistenziali fatti propri da ogni singolo consultante, inquadrando gli eventi più o meno tragici che accadono nel contesto del suo progetto esistenziale.
Esperienze
Ermanno Pavesi
L’umanesimo cristiano di Francesco Petrarca Dal determinismo naturalistico alla formazione dell’uomo virtuoso
Dalla lettura di due sue opere appare un Petrarca che male s’inquadra nella concezione corrente secondo cui l’essenza dell’Umanesimo consisterebbe nell’affermazione del sapere laico e nell’emancipazione dalla religione: criticando i medici e i filosofi per aver abbracciato teorie di scarso valore scientifico Petrarca sostiene che la teologia è la regina delle scienze e riconosce che il vertice della conoscenza può essere raggiunto per mezzo della grazia divina.
Domenico Bellantoni
Pedofilia e clero cattolico/2 Rilessioni a partire dal recente articolo di Aureliano Pacciolla
In articolo apparso nel n. 2 del 2011 di questa rivista a firma di Aureliano Pacciolla sono presi in considerazioni due volumi, uno di Domenico Bellantoni e uno di Giuseppe Crea, che approfondiscono il rapporto tra la pedofilia e il clero cattolico. Avendo gradito tale lettura critica e positivamente valutativa, Domenico Bellantoni ha preferito comunicare una serie di precisazioni che, pur rivestendo un’importanza sostanziale nella comprensione del tema trattato, non sempre vengono evidenziate, soprattutto dai mass media, e finiscono con il non favorire una corretta comprensione dei fatti, limitandosi unicamente, a volte, a proporne gli aspetti più scandalistici e/o sensazionalisti, funzionalmente alla logica non tanto de