Ricerca di senso 2014-1

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EDITORIALE

Come avrete potuto notare dalla copertina e dal colophon di questo numero, all’interno di una ri-organizzazione delle diverse funzioni della Rivista, ho assunto il ruolo di nuovo Direttore di «Ricerca di senso», andando a proseguire quell’impegno che, fin qui, ha mirabilmente assicurato il nostro caro Presidente onorario Eugenio Fizzotti, cui va il nostro affettuoso saluto e ringraziamento per quanto sempre ha fatto e continua a fare per divulgare in Italia e nel mondo l’autentico pensiero di Viktor Frankl. Personalmente, non ho difficoltà a dare il massimo affinché la Rivista continui e cresca nel solco tracciato proprio dal precedente Direttore, nonché Fondatore della nostra Rivista, ma rivolgo a tutti, soci ed estimatori, l’invito a vicinanza e collaborazione, espressa anzitutto attraverso l’abbonamento, che per i soci avrà un’ulteriore riduzione e farà parte della quota associativa annuale, e poi anche attraverso contributi significativi e ogni forma di suggerimento vorrete inviarmi.
Dopo questa dovuta premessa, va considerato che uno degli aspetti che hanno maggiormente caratterizzato le diverse iniziative associative, tanto nello scorso 2013 quanto nel primo semestre del 2014, è certamente rappresentato dalla nascita del «Gruppo Logo-Umoristi», che si è impegnato nel e col direttivo di ALÆF in tutta una serie di iniziative orientate a porre in particolare evidenza, all’interno del pensiero frankliano, il ruolo fondamentale rivestito dalla dinamica dell’umorismo e dell’autoironia, aspetti che affondano le proprie radici proprio nella basilare capacità umana dell’autodistanziamento.
In tal senso si è assistito a un vero crescendo di riconoscimento e apprezzamento per le diverse proposte: dal convegno annuale tenutosi all’Università Salesiana a Roma lo scorso 4 maggio 2013, al corso sull’autoironia (So-ridere di me) iniziato nel mese di novembre e strutturato in sette seminari, presso la stessa Università; eventi questi che saranno duplicati a Piacenza: all’uscita del presente numero della Rivista si sarà già tenuto, il 25 novembre, il Convegno presso l’Università Cattolica di Piacenza che ha raccolto ben 600 partecipazioni, aspetto che ha motivato la proposta anche per Piacenza di un analogo corso sull’autoironia.
In relazione all’ampio investimento formativo e di riflessione che ALÆF ha dedicato al tema dell’umorismo e dell’autoironia, il presente numero di «Ricerca di senso» si presenta come un volume monografico, dedicato appunto ai contenuti proposti al Convegno di maggio e in riferimento dei quali i diversi relatori si sono impegnati ad arricchire e sistematizzare i loro interventi, curando le fonti bibliografiche e l’apparato scientifico; quindi i vari articoli saranno focalizzati, a partire da diverse angolature, sulla capacità della persona di autodistanziarsi, oggettivarsi e arrivare finanche a ridere di sé e di ciò che le accade.
Accanto a questo positivo dinamismo, va registrato anche un altro importante risultato: l’accreditamento presso il Coordinamento Nazionale Counsellor Professionisti (CNCP) della Scuola di Counselling Esistenziale Frankliano, promossa da ALÆF, che va a dare ragione e forza a una delle principali intuizioni del Fondatore dell’Analisi esistenziale: l’importanza per la salute e il benessere individuale di un accompagnamento verso l’assunzione di un chiaro orientamento esistenziale nella propria vita, aspetto che non necessariamente si accompagna a vissuti manifestamente psicopatologici e che può trovare adeguata risposta e soluzione all’interno di una relazione d’aiuto e di consulenza competente e deontologicamente corretta.
Tali iniziative, assieme ad altre che sono state promosse dai soci in varie regioni d’Italia — come, ad esempio, a Treviso e a Jesi —, hanno lo scopo di sempre maggiormente promulgare e testimoniare gli aspetti fondamentali del modello frankliano, a partire dalla sua visione antropologica ed esistenziale, aperta allo spirituale, una dimensione che sempre più si pone all’attenzione di molti modelli di psicologia contemporanea, nella riscoperta di un imprescindibile riferimento assiologico che permetta di sperimentarsi come fondamentalmente orientati a un senso comprensivo, stabile e capace di illuminare la scoperta di significati positivi nei diversi eventi della vita, compresi quelli più drammatici e identificabili come «situazioni limite».
Riteniamo che proprio un coerente orientamento esistenziale, verso un senso per cui valga la pena di impegnare la propria vita, caratterizzandosi come capace di autodistanziamento e di autotrascendenza, possa rappresentare una significativa risposta a quella questione morale da più parti sollevata, quale il reale male che attraversa la nostra società, ferita da una politica che sembra aver smarrito il senso del servizio ai cittadini, di un’economia esplicita e sommersa che, assolutizzando l’interesse economico di pochi, arriva a produrre disagi socio-economici sempre più avvilenti — basti pensare al dilagare della disoccupazione giovanile e alla difficoltà di dare soluzioni concrete al fenomeno dell’immigrazione di massa — e gravi danni ambientali con evidenti implicazioni etico-morali — come, ad esempio, l’inquinamento che «avvelena» l’intero ecosistema, fino agli eccessi cui si assiste nella «terra dei fuochi» in Campania e non solo.
Da Frankl, che enfatizza una responsabilità intesa come una realtà eminentemente personale con potenzialità di ampie conseguenze nel sociale, raccogliamo l’invito a non farci sopraffare dall’avvilimento che, spesso, causa risvolti e ricadute di indifferentismo e disimpegno che finiscono con l’aggravare la condizione non solo sociale ma anche personale, individuando ciascuno il proprio percorso di crescita umana, sociale e politica, nella scoperta di un senso verso cui impegnarsi e che possa essere condiviso da molti.
È questo l’augurio che rivolgiamo a ciascuno e, in particolare, ai nostri lettori all’inizio di questo nuovo anno.
Domenico Bellantoni

Approfondimenti

Paola Versari
Autoironia: mai dir(le) mai. Ridere di sé per sorridere alla vita.
Ridere di sé si pone come una vera e propria ascesi che, grazie alla sua caratteristica oggettivante, consente di riconoscere e accogliere il limite come facente parte della vita. In tal modo è possibile imparare ad allontanarsi, progressivamente, dalla visione di un io ipertrofico e onnipotente. Questa liberazione, se pur talvolta solo parziale, favorisce l’atteggiamento autotrascendente. Ecco perché l’umorismo, soprattutto nella sua componente autoironica, è una risorsa per la ricerca di senso, ed ecco il motivo per il quale è necessario coltivarlo.

Alfredo Altomonte
Umorismo e adolescenza.
Sono adolescente e non ci trovo niente da ridere! L’uso dell’umorismo in terapia.
La letteratura sul tema evidenzia l’importanza del ricorso all’umorismo in ambito clinico e ciò si rivela tanto più opportuno quando si ha a che fare con soggetti in età adolescenziale. Il contributo presenta una riflessione di carattere teorico pratico, sottolineando come tale approccio rimandi a quella capacità esplicitamente umana che Viktor Frankl, fondatore della Logoterapia e Analisi esistenziale, definisce con il termine di «autodistanziamento» e che facilita in ogni persona e in ogni paziente l’oggettivazione delle proprie problematiche, alla luce anche di un proattivo atteggiamento autoironico.
Agevolare lo sviluppo di capacità umoristiche nel paziente è uno dei più superbi risultati clinici delle analisi più efficaci.
(Poland, 1990)

Antonella Arioli
Le grandi risate dei piccoli.Crescere con umorismo
Per coltivare il processo impegnativo — e talvolta faticoso — della crescita può risultare opportuno valorizzare uno strumento piuttosto inusuale: quello umoristico. La capacità di ridere e sorridere, infatti, promuove fin dalla più tenera età lo sviluppo di potenzialità inaspettate, bendisponendo all’incontro con l’altro, alla comprensione profonda dei vissuti emotivi e, inoltre, all’apertura verso nuovi significati. Si tratta di una competenza esistenziale dal prezioso valore formativo poiché — proprio a partire dalle risate dei piccoli — è possibile sollecitare i processi di cambiamento necessari per diventare grandi.

Domenico Bellantoni
«Sarà anche “paradossale”… ma funziona!»
L’intenzione paradossa in Frankl: tra autodistanziamento e umorismo
Il contributo intende evidenziare il ruolo delle strategie paradossali, tanto nella visione di Viktor E. Frankl, che è stato tra i primi a teorizzarle e utilizzarle, quanto nel più ampio panorama della psicoterapia. In tal senso, a partire dalla concreta pratica clinica, si è voluto offrire una serie di spunti teorico-pratici sull’applicabilità di tale approccio, in modo da individuare alcune attenzioni, modalità e scopi nell’esercizio clinico del «paradosso».Solo il paradosso è capace di abbracciare, anche se soltanto approssimativamente, la pienezza della vita.
(Jung, 1995, p. 20)

Valentina Gagliardi
Adottare l’umorismo. La capacità di ridere come risorsa nel percorso adottivo
Il percorso adottivo è un cammino lungo e caratterizzato da fasi molto diverse tra loro. Si tratta di un percorso delicato perché ha come scopo la creazione di un legame. Nel seguente articolo si intende sottolineare come alcuni passaggi cruciali di tale percorso possano essere aiutati, e forse anche potenziati, grazie all’apporto dell’umorismo, inteso come la capacità di vedere le cose da diverse angolature, intrecciato con la visione frankliana e le risorse resilienti di chi è coinvolto.Se la vita ha un senso deve essere il senso dell’umorismo.
(L. Ortolani, in Pegoraro, 2011)

Maria Luisa De Luca
Dal Lutto Traumatico alla Crescita Post Traumatica nella prospettiva di Viktor Frankl
Questo lavoro si propone di evidenziare il contributo della Logoterapia Frankliana al fenomeno che oggi viene chiamato «crescita post traumatica» (PTG – Post Traumatic Growth) in riferimento a un’area specifica: il lutto traumatico o prolungato. I concetti elaborati da Viktor Frankl hanno in molti casi anticipato costrutti contemporanei e tecniche terapeutiche, ma spesso questo suo contributo non è stato riconosciuto. Nel caso della letteratura tanatologica che si occupa della ricerca di senso nel lutto, il contributo di Frankl viene invece di frequente menzionato; non può infatti sfuggire l’estrema somiglianza tra i concetti di resilienza e crescita post traumatica e la frankliana «forza di resistenza dello spirito» (Bruzzone, 2012; Bellantoni, 2011). Il percorso concettuale dell’articolo sarà così articolato: 1. Il Lutto Traumatico (o Complesso) come area di elezione per la Logoterapia; 2. La crescita post traumatica alla luce del pensiero di Frankl; 3. Linee guida per l’intervento.