Editoriale
San Giovanni Bosco, fondatore della Congregazione Salesiana e modello di ogni educatore, ha affermato: «L’educazione è cosa del cuore… chi sa di essere amato, ama, e chi è amato ottiene tutto, specialmente dai giovani… i cuori si aprono e fanno conoscere i loro bisogni e palesano i loro difetti». Alla luce di questa affermazione va letto e interpretato ogni progetto che punti alla formazione e alla riqualifi cazione degli educatori all’interno delle numerose e variopinte strutture presenti nel nostro territorio italiano. Senza aver capito i bisogni dei ragazzi non si può instaurare, infatti, un dialogo educativo. Di conseguenza non va dato per scontato, solo perché si è assunti come educatori in un’istituzione, di conoscere veramente ciò di cui hanno bisogno i ragazzi: talora i loro «no» vogliono dire «sì» e viceversa. C’è il soggetto che piange apparentemente senza motivo; c’è il soggetto che si chiude in un silenzio inspiegabile; c’è chi fugge da qualsiasi compagnia, chi si chiude dentro casa o scappa di casa; altri diventano affabili o servizievoli. Per capire i loro bisogni occorre, dunque, imparare i loro linguaggi. E i loro bisogni sono differenti per qualità, peso e valore. Basti pensare al bisogno di sentirsi valutati e al bisogno di amare ed essere amati per comprendere immediatamente il grosso limite di certi educatori che svolgono il loro lavoro con la presunzione di non aver più bisogno di formazione. Non è la presenza dell’educatore-poliziotto che impedisce al ragazzo di sbagliare. Piuttosto è indispensabile che l’educatore sappia lavorare in équipe, che riconosca le competenze degli altri operatori, che sopporti con pazienza le fatiche del travaglio educativo, che manifesti senso di responsabilità e di collaborazione, che non si faccia dominare dall’individualismo e dalla gelosia, che non si adagi nella rassegnazione quando avverte che il compito educativo è molto gravoso o addirittura sproporzionato rispetto alle proprie forze culturali, psicologiche e fisiche, che partecipi attivamente all’azione educativa di tutta la comunità. Ecco perché il progetto si fonda sulla consapevolezza che la responsabilità educativa richiede preparazione, formazione, confronto, impegno. Se è vero che si è assunti come educatori, è anche vero che lo si diventa veramente giorno per giorno. Oggi molti educatori si sentono bocciati nel loro ruolo di formatori. I tempi sono cambiati insieme alla società. La pressione sociale spinge a fare dei ragazzi personaggi di spicco, atleti, persone di successo, competitivi nella società del benessere. E ci si dimentica di aiutarli ad acquisire quelle virtù che li rendono veramente umani: lealtà, giustizia, onestà, fede, sobrietà, fortezza, bontà. È quindi importante elaborare delle proposte che rispondano alla sfida educativa che caratterizza i nostri giorni e che rappresenta un’emergenza e un’urgenza dinanzi alle quali non si può restare con le mani in mano, ritenendo che tutto vada fatto come prima.
Eugenio Fizzotti
Approfondimenti
Eugenio Fizzotti
A fronte alta verso l’avvenire. Il futuro come spazio silenzioso e infinito della propria esistenza
Il futuro non va inteso come ciò che viene previsto o pianificato, ponendo delle condizioni tecniche per la sua attuazione e neppure come un gradino di un lento processo di manifestazione e di esplicazione, quasi che la natura con il tempo esplicitasse progressivamente tutte le sue possibilità. Le ricerche sottolineano il contributo positivo della futurologia che tende a rendere la terra più abitabile e a
consentire all’uomo di vivere in maniera degna la sua esistenza terrena.
Giuseppe Crea
Misurare la ricerca di senso. Indicazioni metodologiche a conferma della teoria di Viktor E. Frankl
Ogni strumento di indagine psicologica è da considerarsi come una risorsa informativa utile per chi lavora con un determinato costrutto psicologico e come strumento di autoconoscenza per lo stesso soggetto, pur nella ferma convinzione che di per sé non è sufficiente per una valutazione accurata e comprensiva dei diversi fattori che sono implicati nelle vicende esistenziali dell’individuo. Il lavoro analizza i vari test elaborati alla luce dell’orientamento logoterapeutico e ne presenta l’applicazione in una recente indagine sperimentale su un vasto campione di adolescenti.
Ricardo Peter
La responsabilità del terapeuta verso se stesso. I risvolti umani della consapevolezza del limite
La dimensione fondamentale di un processo terapeutico è la qualità di funzionamento del terapeuta come persona, in grado di offrire al cliente un’indicazione vantaggiosa di come modifi care i suoi atteggiamenti e la sua condotta per una modalità esistenziale più effi cace e funzionale. Di centrale importanza è il modello antropologico posseduto dal terapeuta che sa fare i conti con i propri
limiti e la propria perfettibilità. Pubblicato sul n. 21 del 2009, pp. 31-44, della «Revista Mexicana de Logoterapia», con l’autorizzazione dell’autore l’articolo è stato tradotto dall’originale spagnolo da Domenico Bellantoni, con la supervisione di Eugenio Fizzotti.
Eugenio Fizzotti
Frenare la violenza nello sport. Proposte educative alla luce della logoterapia di Viktor E. Frankl
Perché maschi adolescenti o giovani, provenienti dagli strati più bassi della classe operaia, sviluppano un forte interesse e piacere nel battersi? Perché comportamenti apertamente aggressivi formano una parte così importante del loro stile di vita? E perché il calcio è diventato uno scenario così attraente e persistente per l’espressione di tali sentimenti? Alla luce dell’approccio di Viktor E. Frankl viene indicata una possibile linea interpretativa e vengono suggerite concrete linee di azione dinatura psico-pedagogico-sociale.
Esperienze
Patrizia Giunto e Marco Ceppi
Dal branco al gruppo. Intervento su un gruppo di minori denunciati per violenza sessuale e diffusione di materiale pedopornografico
Nell’ottica della logoterapia di Viktor E. Frankl è stato realizzato un progetto di intervento a favore di un gruppo di minori, residenti nel territorio di Torrette di Ancona, accusati del reato di violenza sessuale e di diffusione di materiale pedopornografico. Il progetto ha consentito ai minori e alle loro famiglie di acquisire un bagaglio di informazioni e di competenze utili per la rielaborazione del reato commesso e per l’acquisizione di una diversa concezione personale riguardo ai temi dell’affettività, della sessualità e dell’amore.
José Arturo Luna Vargas
Logoterapia, impegno politico e monantropismo. Una proposta concreta di solidarietà esistenziale e solidarietà economica
L’11 novembre 2005 a Puebla, in Messico, durante il Primo Congresso Internazionale di Logoterapia di Gruppo (proposto e realizzato dall’Istituto Messicano di Logoterapia di Gruppo), l’Istituto colombiano di logoterapia e analisi esistenziale, fondato da José Arturo Luna Vargas, lanciò l’idea di creare il Fondo Monantropico Internazionale come omaggio ai 100 anni della nascita di Víktor Frankl e alla sua teoria del monantropismo e come risposta all’evidente ingiustizia socio-economica mondiale. La traduzione dal manoscritto in lingua spagnola è stata effettuata da Eugenio Fizzotti.
Sonia Scarpante
Come difendersi dal cancro. Risanamento interiore ed educazione alla fatica
Ci sono strumenti validi, oltre la medicina intesa come scienza,a cui attingere per combattere il cancro? Quanti ci credono veramente? Gli strumenti sono sicuramente molti e svariati. Tra essi risulta fondamentale riconoscere le risorse individuali legate all’interiorità e al mondo delle sensibilità personali. Un ruolo straordinario è svolto dalla scrittura, la cui forza terapeutica permette di incontrare e affrontare a fronte alta i tanti nodi irrisolti della vita precedente.